mito in gioco: un viaggio tra leggende e simboli

Il mito è molto più di un semplice racconto: è un ponte tra passato e presente, un insieme di storie che da millenni affascinano e insegnano. Attraverso i personaggi e gli eventi narrati, i miti dell’antichità ci parlano di valori, paure e ambizioni universali, offrendo una finestra sulle credenze e sulla cultura delle civiltà che li hanno creati.

In questa sezione, esploreremo alcune delle tematiche più affascinanti della mitologia classica, analizzando gli eroi, le divinità e i simboli che hanno segnato la letteratura e l’immaginario collettivo. Dalla forza epica dei poemi omerici al potere della metamorfosi, ogni approfondimento ci guiderà alla scoperta di storie senza tempo.

Preparati a un viaggio nel mito, dove il passato prende vita e ogni racconto cela un significato profondo!

Hybris

Una fanciulla di nome Aracne, originaria della Lidia, era tanto abile nella tessitura da essere spesso paragonata ad Atena. La giovane, quindi, credendosi superiore alla dea, la sfidò. Atena scese sulla terra e diede inizio alla gara. Aracne realizzò una tela impeccabile e ironica, che ritraeva gli amori degli dèi e le loro colpe: la sua abilità e la sua sfrontatezza fecero adirare Atena, che distrusse la tela e trasformò la giovane in un ragno costretto a tessere per tutta la vita.

Minosse, re di Creta, fece realizzare dall’architetto Dedalo il celebre labirinto, perché vi fosse rinchiuso il Minotauro. All’interno, tuttavia, murò anche lo stesso Dedalo e il figlio Icaro, per evitare che rivelassero i segreti dello straordinario edificio. Per fuggire, Dedalo realizzò due paia di ali con piume di uccello e cera. Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare in prossimità del sole, Icaro si lasciò trascinare dall’ebbrezza del volo: il calore fuse la cera e Icaro morì dopo essere precipitato nel mare oggi denominato Icario.

Dioniso era adirato con il re di Tebe, Penteo, che non voleva riconoscerne la natura divina: rese dunque folli le donne della città, trasformandole nelle cosiddette “Baccanti” e inducendole a compiere azioni stravaganti o delittuose; in seguito, poiché Penteo insisteva nel rifiuto di piegarsi alla sua volontà, il dio fece in modo che il sovrano venisse squartato dalla propria madre Agave e dalle Baccanti. Mentre Agave agitava la testa del figlio conficcata su un bastoncino di edera (tirso), Dioniso le restituì la ragione, consentendole di comprendere tragicamente l’empietà commessa.

I genitori del piccolo Edipo, sovrani di Tebe, avevano appreso da un oracolo che il loro figlio avrebbe tolto la vita al padre e sposato la propria madre; decisero dunque di affidarlo a un pastore perché lo uccidesse: l’uomo, tuttavia, scelse di crescerlo come se si trattasse del proprio figlio. Divenuto adulto e ignaro dell’oracolo, Edipo uccise il proprio padre naturale mentre litigava con lui all’incrocio di due strade e, in seguito, si unì alla madre. Dopo avere appreso la verità sul proprio conto, Edipo si accecò per la disperazione.

Pegaso era un cavallo alato, nato da Medusa e Poseidone. Affiancò Perseo nel corso di svariate imprese, fino al momento in cui, con l’aiuto di Atena, Bellerofonte se ne impadronì per combattere contro la Chimera, i Solimi e le Amazzoni. Quando, tuttavia, Bellerofonte tentò di raggiungere la cima dell’Olimpo servendosi di Pegaso, Zeus fece pungere l’animale da un tafano; disarcionato, Bellerofonte cadde in mare restando zoppo, solo e privo di gloria.

Per ricompensare Mida, re della Frigia, che aveva risparmiato la vita al vecchio satiro Sileno, colpevole di avere dormito all’interno dei giardini reali, Dioniso gli conferì il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Il premio, tuttavia, si rivelò ben presto una maledizione: il sovrano, infatti, non era più in grado di vivere normalmente, perché anche l’azione più consueta, cioè nutrirsi, gli risultava impossibile.

Fetonte era figlio dell’Oceanina Climene e del dio Sole, ma dal momento che la sua vita si era sempre svolta a fianco della madre, il giovane dubitava della natura divina dell’altro genitore. Fetonte decise dunque di recarsi dal padre per ottenere garanzie e, dopo essere stato riconosciuto come figlio dal Sole, gli chiese di guidare il suo carro per un solo giorno. Seppur titubante, il Sole acconsentì. Fetonte, tuttavia, non seguì le indicazioni del padre e arse molti campi coltivati costringendo il genitore a ucciderlo facendolo precipitare dal carro per salvare la vita di tutti gli esseri umani.

Prometeo, figlio di Giapeto, era un titano molto astuto, celebre per avere rubato agli dèi il fuoco e averne fatto dono agli uomini. Il suo gesto fu, al tempo stesso, di ribellione, sfida, tracotanza e superbia: per questo venne scaraventato da Zeus al centro della terra e incatenato a una roccia; un’aquila gli divorava il fegato ogni giorno, che ricresceva per rinnovare il terribile supplizio.

Asclepio, semidio figlio di Apollo e Coronide, era stato istruito dal centauro Chirone. Venerato come dio della medicina, guariva gli infermi servendosi di un serpente, e talvolta resuscitava i morti; per questo scatenò l’ira di Ade e fu colpito da una folgore di Zeus. Apollo si vendicò uccidendo i ciclopi che fabbricavano le saette al padre degli dèi; a quel punto Zeus, per placare l’ira di Apollo, rese Asclepio immortale.

i tre odiati dagli dei

Issione, pur avendo ricevuto il perdono di Zeus per aver ucciso il re Deioneo, non si ricordò di tale beneficio e mostrò ingratitudine nei confronti del dio. Per questo fu condannato a ruotare intorno alla volta celeste e a ripetere in eterno la frase: I benefattori devono essere onorati.

È noto che Era fosse la moglie legittima di Zeus, ma quest’ultimo ebbe numerose relazioni con altre divinità e figure femminili, tra le quali la ninfa Pluto: secondo il mito, ella diede i natali a Tantalo proprio in seguito all’unione con il re dell’Olimpo.

Un giorno Asopo, divinità fluviale, si presentò al re Sisifo nelle sembianze di un vecchio viandante e chiese al sovrano informazioni sulla propria figlia. Sisifo rivelò che la fanciulla era stata rapita da Zeus e ottenne in cambio una sorgente perenne.

Tantalo ebbe numerosi figli: Brotea, Niobe, Dascilo e Pelope. Quest’ultimo fu offerto in pasto agli dèi durante un banchetto, poiché il padre, uomo superbo, voleva mettere alla prova l’onniveggenza dei numi.

L’ambrosia e il nettare erano le pietanze di cui, secondo il mito, si cibavano gli dèi olimpici; questo nutrimento, inoltre, garantiva il dono dell’immortalità agli uomini che ne mangiassero. Per questo personaggi come Prometeo e Issione tentarono di rubarlo.

Dopo numerosi studi e interpretazioni del mito, gli studiosi concordano sul fatto che la condanna di Issione sia stata ispirata al fenomeno dell’arcobaleno o del disco che compare intorno al sole prima di un temporale.

Zeus, temendo che la moglie Era avesse una relazione con Issione, plasmò una nube che aveva l’aspetto della dea. Secondo una versione del mito, dal rapporto tra Issione e la nuvola Nefele nacquero i Centauri.

I superbi, ovvero coloro che in vita presentano un’eccessiva stima di sé e un carattere altezzoso, vengono inseriti da Dante Alighieri nella prima cornice del Purgatorio e schiacciati dal peso di enormi macigni come quelli che anche Sisifo è costretto a trasportare.

Sono molti i pareri discordanti sui possibili genitori di Ulisse, l’astuto eroe che, nell’Odissea, sarebbe stato figlio di Anticlea e Laerte. Secondo una tradizione più tarda, invece, Anticlea si sarebbe unita a Sisifo, generando Ulisse, il cui nome greco Odisseo significa, appunto, l’odiato.

divinita' pre olimpiche

Dopo la liberazione degli dèi olimpici dallo stomaco del padre per opera di Zeus, Crono, affiancato dai suoi fratelli Titani, diede inizio a una durissima guerra.

La titanide Rea, figlia di Urano ma anche sorella e moglie del Titano Crono, era la madre di Zeus, Poseidone, Ade, Estia, Era e Demetra.

L’arma simbolo di Crono è il falcetto, ovvero lo strumento con il quale il Titano evirò il padre Urano.

I Titani, dopo essere stati sconfitti dagli dèi dell’Olimpo, furono imprigionati nel Tartaro, ovvero il ventre della Terra, e Atlante, loro alleato, venne condannato a sorreggere in eterno il mondo.

Urano, dopo essere stato evirato e detronizzato dal figlio Crono, gli rivelò la profezia secondo cui sarebbe stato a propria volta detronizzato dai figli.

Il piccolo Zeus, al sicuro dalla follia del padre Crono, sull’isola di Creta venne nutrito da una capra di nome Amaltea. L’animale, in seguito, fu trasformato in costellazione come premio per la sua dedizione.

La titanide Rea, per evitare che il proprio nascituro venisse divorato da Crono, decise di partorire Zeus lontano dal marito e scelse di darlo alla luce in una grotta dell’isola di Creta.

Afrodite ebbe origine dalla schiuma dei testicoli del dio Urano, recisi e buttati nel mare, e nacque all’interno di una conchiglia nell’isola di Cipro. La dea dell’amore fu poi adottata da Zeus ed entrò a far parte del pàntheon greco.

Secondo il mito, la guerra che consentì agli dèi olimpici il controllo sul mondo fu quella combattuta contro i Titani e, dunque, ricordata con il nome di Titanomachia.

divinità olimpiche

Il mostro Tifone è una mitica personificazione dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche. Figlio del Tartaro, il luogo inteso come la realtà tenebrosa e sotterranea (katachthònia), e quindi il dio che lo personifica, e di Gea, dea considerata nella religione greca come l’origine della stessa vita, ribellatosi contro Zeus, fu precipitato nel Tartaro stesso; secondo Eschilo è sepolto sotto l’Etna. Dalle sue nozze con Echidna vennero generati altri mostri e giganti. Tifone è rappresentato spesso, soprattutto nella pittura vascolare, con la parte superiore avente le sembianze di uomo (talora alato) e quella inferiore che si snoda come uno o più serpenti.

Nel mito, viene raccontato che sulla vetta del Monte Olimpo, perennemente circondata da nubi, c’erano le abitazioni degli Dèi (chiamati Olimpi) costruite da Efesto su commissione di Zeus. In questo bellissimo luogo, Zeus aveva eretto il suo palazzo d’oro, dove viveva con la sua sposa Era, e nella vasta sala del trono si radunava quasi ogni giorno il Concilio degli Dèi, formato da 12 divinità, sei maschi e sei femmine, per governare il mondo. Non tutte queste divinità abitavano sull’Olimpo; Poseidone abitava in un sontuoso palazzo negli abissi del mare, Ade risiedeva negli Inferi, Efesto all’interno di un vulcano. Con certezza, sappiamo che vivevano sul monte Zeus, Era, Apollo, Dioniso, Atena, Afrodite, Ares, Artemide, Ermes.

Ade, figlio di Crono e di Rea, è il dio degli Inferi, dei morti e delle ricchezze della terra, l’unico a non avere un vero e proprio trono sull’Olimpo, a differenza dei propri fratelli Zeus e Poseidone, con cui partecipò alla lotta contro i Titani. Dopo la vittoria e l’instaurazione del regno di Zeus, ereditò il regno dell’Oltretomba. Il mito di Persefone, figlia del Cronide e di Demetra, è uno tra i più conosciuti: Ade, invaghitosi di lei, decide di rapirla per farne la propria sposa. Demetra, madre di Persefone e dea protettrice dei campi di grano, divenne furiosa per il rapimento, tanto che il suo dolore rese sterile la Terra, condannando l’umanità all’estinzione. Zeus è costretto a intervenire: Persefone avrebbe passato con Ade sei mesi all’anno (Autunno, Inverno), mentre gli altri sei (Primavera, Estate) li avrebbe trascorsi con la madre, permettendo così alla Terra di rinascere e rifiorire.

Da quale parte del corpo di Zeus nasce Dioniso?

Il mito narra che Zeus, travestito da uomo mortale, ebbe una segreta avventura d’amore con Semele, figlia del re Cadmo di Tebe. Venuta a conoscenza del tradimento, la dea Era (sotto le sembianze di una vecchia nutrice di Semele) finse di non credere che il padre del bimbo nel grembo della principessa fosse proprio Zeus, a meno che la giovane non convincesse il suo amante a rivelarsi nel suo vero aspetto. Semele seguì quel consiglio e quando Zeus rifiutò, gli negò il suo letto. Furibondo, il dio allora le apparve fra tuoni e folgori in tutta la sua gloria, ma la visione di tanto splendore uccise la giovane. Hermes salvò il bambino, lo prese e lo cucì in una coscia di Zeus, dove egli poté maturare per altri tre mesi prima di nascere. Per questo motivo Dioniso è detto “nato due volte” o anche “il fanciullo della doppia porta”.

Che cosa personifica la dea Estia?

Estia è la dea del Focolare e della famiglia: primogenita di Crono e Rea, e sorella di Zeus, ottiene da quest’ultimo l’onore di preservare eternamente la sua verginità. Fa parte delle tre dee vergini dell’Antica Grecia insieme a Atena e Artemide, ovvero le uniche dee in grado di non cedere al potere di Afrodite. Era considerata anche protettrice delle città greche e, essendo la personificazione stessa del fuoco e del focolare, era molto importante per i rituali. Il fuoco degli altari e dei templi veniva lasciato costantemente acceso in suo onore e in ogni città c’era un focolare sempre acceso nell’edificio principale.

Da quale parte del corpo di Zeus nasce Atena?

Secondo il mito, Zeus si unì a Meti, dea della prudenza e della saggezza. Un oracolo però informò Zeus che un figlio avuto da Meti lo avrebbe detronizzato, quindi il dio decise di divorarla. Ma la dea era già incinta. Un giorno, il padre di tutti gli dèi si svegliò con un fortissimo mal di testa. Il dolore diventava sempre più insopportabile, allora chiamò Efesto, il fabbro divino, e gli ordinò di spaccargli la testa con un colpo d’ascia. Efesto esitò, ma alla fine ubbidì. Dalla ferita balzò fuori una giovane e bellissima dea, Atena, armata di tutto punto con lancia, elmo, scudo e corazza, mentre ballava danze di guerra e lanciava grida di vittoria.

I figli di Crono sono gli dèi dell’Olimpo, tra cui Zeus, Poseidone, Ade, Demetra, Era e Atena, nati dal rapporto tra Crono e Rea. Crono, temendo di essere detronizzato dai suoi figli, li divorava appena nati.

La divinità che conferisce al re Mida il potere di tramutare in oro tutto ciò che tocca è Dioniso, il dio del vino e della festa. Mida, desiderando ricchezza e potere, chiese a Dioniso questo dono, ma si rese presto conto delle sue conseguenze negative.

la metamorfosi

Il significato della metamorfosi

Nella mitologia antica, soprattutto in quella classica, il concetto di metamorfosi simboleggia l’onnipotenza degli dèi. Il loro potere divino si manifesta anche nella capacità di alterare l’aspetto e la natura di uomini e creature, dimostrando così il loro dominio sulle leggi della natura e del destino.

La storia di Aracne

Aracne nacque in Lidia, presso il monte Tmolo. Era una tessitrice straordinaria e si considerava superiore persino ad Atena, la dea della saggezza e della tessitura. Offesa dalla superbia della fanciulla, la dea la sfidò in una gara di tessitura. Sebbene il lavoro di Aracne fosse perfetto, Atena, irritata, la trasformò in un ragno, condannandola a tessere per l’eternità.

Apollo e Dafne

La ninfa Dafne respinge l’amore del dio Apollo a causa di una maledizione di Cupido. Quest’ultimo, offeso dalle parole di Apollo, scoccò due frecce: una che fece innamorare il dio e un’altra che provocò in Dafne un odio inarrestabile verso di lui. Per sfuggirgli, la ninfa implorò il padre, il dio fluviale Peneo, di salvarla e venne trasformata in un albero di alloro, che da allora divenne sacro ad Apollo.

Narciso e la sua punizione

Narciso, un giovane di straordinaria bellezza, respinse l’amore di molte ninfe, tra cui Eco. Per punirlo della sua superbia, la dea Nemesi lo fece innamorare del proprio riflesso in uno specchio d’acqua. Incapace di distogliersi dalla propria immagine, Narciso si lasciò morire, trasformandosi nel fiore che porta il suo nome.

Le sorelle di Medusa

Medusa era una delle tre Gorgoni, figlie delle divinità marine Forco e Ceto. Le sue sorelle erano Steno ed Euriale. A differenza di loro, Medusa era mortale e possedeva la capacità di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo.

La rivalità tra Aracne e Atena

Aracne si considerava superiore a chiunque nell’arte della tessitura e osò paragonarsi ad Atena, la dea tradizionalmente associata a quest’abilità. Questo atto di hybris (superbia) portò alla sua punizione e alla sua trasformazione in un ragno.

Il volto di Medusa e la sua funzione

Il volto di Medusa veniva spesso esposto sugli edifici dell’antica Grecia come simbolo di protezione. La sua immagine aveva lo scopo di allontanare il malocchio e terrorizzare i nemici, grazie al potere pietrificante che il suo sguardo evocava.

La punizione di Eco

La ninfa Eco subì la collera della dea Era. Per coprire le infedeltà di Zeus, Eco tratteneva Era con lunghi discorsi, permettendo così al re degli dèi di fuggire. Quando la dea scoprì l’inganno, la punì condannandola a poter ripetere solo l’ultima parola pronunciata dagli altri, privandola della propria voce.

poemi omerici

Il ruolo dei rapsodi

Nell’antica Grecia erano presenti due tipologie di poeti: i rapsodi e gli aedi. La differenza principale tra queste due categorie era che i primi si limitavano a recitare opere già esistenti, mentre i secondi ordivano tra loro le trame di svariati miti per creare nuovi racconti. I rapsodi svolgevano un ruolo fondamentale nella diffusione della poesia epica, trasmettendo oralmente i grandi racconti mitologici, tra cui l’Iliade e l’Odissea.

A quando risale l’Iliade?

La datazione dell’origine dell’Iliade è incerta, ma numerosi studiosi ritengono che essa possa risalire all’VIII secolo a.C.. Questo poema epico, attribuito a Omero, narra le vicende legate all’ultima fase della guerra di Troia, concentrandosi in particolare sull’ira dell’eroe Achille.

Chi trascrisse per primo i poemi omerici?

In origine, i poemi omerici venivano tramandati oralmente e solo successivamente furono trascritti. La prima persona che decise di mettere per iscritto tali opere fu Pisistrato, tiranno di Atene, che le fece raccogliere e inserire nel programma della più importante festa religiosa della città: le Panatenee. Questo evento contribuì alla diffusione e alla conservazione dei testi omerici.

Achille e l’ira funesta

Nel corso dell’Iliade, l’eroe Achille prova ira in diversi momenti, ma il più tragico è senza dubbio quello scatenato dalla morte dell’amico Patroclo, ucciso da Ettore. Per vendicarlo, Achille torna a combattere, affronta Ettore e lo uccide, infierendo sul suo cadavere e rifiutandosi inizialmente di restituirlo alla famiglia.

Diomede e Glauco: un’alleanza inaspettata

Uno degli episodi più emblematici dell’Iliade è l’incontro tra Diomede e Glauco. I due guerrieri, schierati in eserciti nemici, scoprono che i loro avi erano legati da un vincolo di ospitalità. Per rispetto di questa antica alleanza, decidono di non combattere e si scambiano le armi in segno di amicizia.

Il filo conduttore dell’Iliade

L’elemento centrale dell’Iliade è l’ira. Fin dal primo verso del poema, il racconto si sviluppa attorno a questo sentimento, che coinvolge sia gli uomini che gli dèi. L’ira di Achille è la causa di molte delle vicende narrate e si manifesta con conseguenze devastanti per lui stesso e per i suoi compagni.

Poseidone e l’ostacolo al ritorno di Odisseo

Nell’Odissea, il ritorno di Odisseo a Itaca è ostacolato da Poseidone. Dopo che l’eroe acceca suo figlio Polifemo, il ciclope chiede vendetta al padre, il quale lo accontenta scatenando tempeste e difficoltà nel viaggio di Odisseo.

Il viaggio di Telemaco

Alla ricerca di notizie sul padre, Telemaco si reca nelle città di Pilo e Sparta. Qui incontra il re Menelao e la regina Elena, che gli forniscono informazioni cruciali sul destino di Odisseo e lo incoraggiano a proseguire nella sua ricerca.

Le sirene nell’Odissea

Nell’immaginario comune, le sirene sono spesso raffigurate come creature metà donne e metà pesci. Tuttavia, nella mitologia greca, esse erano descritte come esseri mostruosi con il corpo di uccello e il viso femminile. Il loro canto ammaliava i naviganti, spingendoli a naufragare contro gli scogli. Per resistere al loro richiamo, Odisseo si fa legare all’albero della nave e ordina ai suoi uomini di tapparsi le orecchie con la cera.

crediti finali

Coordinamento del progetto: Prof.ssa Chiara Traverso

Realizzazione dei contenuti:
Studenti della classe 2C
Anno scolastico 2023-2024
Liceo Classico e Linguistico Statale Cristoforo Colombo, Genova

Un ringraziamento speciale a tutti gli studenti che hanno contribuito con il loro impegno e la loro creatività alla realizzazione di questo progetto, esplorando il mito in tutte le sue forme e dando vita a questi approfondimenti.